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di Ettore Ferrari

Finale thrilling all’Amstel Gold Race con Wout Van Aert che vince di pochi millimetri su Thomas Pidcock, dopo una volata combattutissima con i due terminati praticamente appaiati sulla linea d’arrivo. Terzo Maximilian Schacmann, che assime ai primi due ha infiammato il finale.

Gara in circuito – Torna dopo un anno la classica della Birra, la corsa più importante dei Paesi Bassi, “quasi” una Monumento visto il blasone e l’albo d’oro. Per le norme anti Covid, percorso rivoluzionato e niente pubblico. La corsa si snoda tra Valkenburg e Maastricht ed è tutta in circuito da ripetere 13 volte con soli tre muri: Geulhemmerberg (Berg en Terblijt) – 1000 m al 6,2%; Bemelerberg (Bemelen) – 900 m al 5% (max 7,4%); Cauberg (Valkenburg) – 1.200 m al 5,8% (max 11,8%) che, però, all’ultimo giro non viene fatto. Proprio il Cauberg è sempre il punto topico della corsa.

Fuga a 10 – Si apre il Trittico delle Aredenne (che proseguirà mercoledì con la Freccia Vallone, per chiudersi domenica prossima con la Liegi-Bastogne-Liegi) e, come da copione, la fuga si sgancia molto presto e ad animarla sono dieci corridori: Edward Theuns e Julien Bernard(Trek-Segafredo); Maurits Lammertink e Loic Vliegen (Intermarché-Wanty-Gobert Matériaux); Chad Haga (Team DSM); Stan Dewulf (AG2R Citroën Team); Sébastien Grignard (Lotto Soudal); Ryan Gibbons (UAE-Team Emirates); Kenny Molly (Bingoal Pauwels Sauces WB); Anders Skaarseth (Uno-X Pro Cycling Team). Le formazioni dei favoriti controllano e il ritardo non va oltre i 5’, poi si stabilizza per parecchi chilometri intorno ai 4’, prima di scendere vistosamente negli ultimi 60 km.

Contrattacco di sei ai -45 con Rui Costa (UAE-Team Emirates), Florian Sénéchal (Deceunick-Quickstep), Dylan Van Baarle (Ineos Grenadiers), Tosh Van der Sande (Lotto Soudal), Sonny Colbrelli (Bahrain Victorius) e Simon Clarke (Team Qhubeka Assos). La Jumbo-Visma intuisce il pericolo e reagisce subito con Roglic in prima persona a tirare. Il campione sloveno (recente vincitore del Giro dei Paesi Baschi) oggi è a disposizione di Wout Van Aert, grande favorito. I contrattaccanti riprendono i battistrada quando mancano 36,3 km all’arrivo. Davanti, quindi, un gruppo nutrito di ben sedici unità. Ma il plotone è lontano poco più di 30” quando, con una progressione micidiale sul Cauberg, Primoz Roglic riprende quasi tutti i fuggitivi. Al comando rimane Vliegen che transita solitario a 2 giri dalla conclusione, poi Bernard, Dewulf e Lammertink a pochi secondi e poco dietro il gruppo.

Ultimo passaggio sul Cauberg – Ripresi i tre ex compagni d’avventura di Vliegen ai -29,5, e poi anche il portacolori della Intermarché termina la propria avventura ai -25,5 quando Ide Schelling rientra e si invola. Distacchi minimi sul Bemelrberg, con Schelling generoso all’attacco. Alaphilippe, che era rimasto a centro gruppo, mette alla frusta tre dei suoi in vista del Cauberg. Ma anche la Ineos è presente per lanciare il gioiellino Pidcock, vincitore mercoledì della Freccia del Brabante. il Cauberg è il tempio di questa classica ed è un vero peccato non avere la cornice di pubblico che attorniava i protagonisti. Roglic è costretto a mettere piede a terra per un salto della catena! Davanti, si scatenano i big con Van Aert, Alaphilippe e Pidcock a sferrare l’offensiva. Si forma un drappello di otto uomini, ma la situazione è molto incerta. Allunga l’ex iridato Michal Kwiatkowski (1° nel 2015 e 2° nel 2017).

Nuova sfida WVA-Pidcock – Il tentativo di Kwiatkowski dura un paio di chilometri e la corsa si decide ai -12,4 con il perentorio strappo dato da Wout Van Aert, Thomas Pidcock e Maximilian Schachmann. Roglic, intanto, rientra nel gruppo inseguitore (gran gamba per lo sloveno). Il vantaggio dei tre sale subito sino a raggiungere i 20″ ai piedi dell’ultimo muro (Bemelerberg). La situazione non cambia e alle spalle dei primi tira la Deceuninck (Alaphilippe si è fatto trovare senza gambe nel momento decisivo), poi l’Astana e la Bike Exchange di Matthews. Volata a tre con Van Aert in testa, mentre da dietro il gruppo si avvicina. Il fiammingo, che mercoledì ha perso da un super Pidcock al Brabante, vuole prendersi la rivincita. Con la potenza di cui dispone sembra avere la meglio, ma il britannico (piccolo di statura, forte in salita, nel cross, sul pavé e… anche in volata) rimonta il rivale lo affianca e i due terminano praticamente appaiati sulla fettuccia d’arrivo! Attimi di incertezza, poi il fotofinish assegna la vittoria a Van Aert, che chiude un’ottima primavera con due classiche di spessore (Gand-Wevelgem e Amstel). Amarezza per Pidcock, ma il talento della Ineos (classe 1999) avrà tempo e spazio per recuperare. Volata di gruppo vinta dall’eterno piazzato Michael Matthews su Valverde, Alaphilippe e Kristian Sbaragli, settimo e primo degli italiani.

Di Ettore Ferrari

Sono nato a Catania il 14 aprile 1971. In redazione dicono sempre che sono troppo preciso, da qui il nomignolo "nessun capello fuori posto". Sono la "Memoria storica" del ciclismo.