di Ettore Ferrari

Un campionato del mondo rimasto nella storia del ciclismo: Praga 31 agosto 1981. Un circuito facile che produce pochi sussulti. Forse il più importante è l’azione di recupero dell’immenso Bernard Hinault, rimasto attardato per una caduta, che riesce a recuperare circa un minuto e mezzo al gruppo. La Nazionale italiana, capeggiata da Alfredo Martini, ha le sue belle gatte da pelare per l’acerrima rivalità tra Francesco Moser e Beppe Saronni.

Nel gruppo ben 8 italiani su 31! – Nel gruppo che si gioca la maglia più bella e ambita ci sono 8 maglie azzurre! Con Saronni e Moser, troviamo un velocista di rango come Pierino Gavazzi, gregari di spessore come Palmiro Masciarelli e Miro Panizza, uomini da corse a tappe e gare in linea del calibro di Gibì Baronchelli, Giovanni Battaglin e Silvano Contini. Baronchelli lancia la volata, salvo poi fermarsi e lasciare Saronni al vento troppo presto. “Tista” pensava di avere in scia Moser col quale, si disse, aveva l’accordo di tirargli la volata. Fatto sta che Baronchelli si sposta prima del tempo, tradendo un gesto di stizza vedendo Saronni a ruota. Il campione lombardo parte a tutta, ma a ruota c’è un belga, che non aspetta altro: Freddy Maertens.

La risurrezione di Maertens al Tour dopo 3 anni di oblìo – Riavvolgendo idealmente il nastro delle immagini di quella volata, e prima di commentare l’epilogo, facciamo un passo indietro ricordando che, Maertens dopo un avvio di carriera superlativo con una sensazionale sequenza di vittorie (185 tra il 1973 e il ’77!), ebbe un crollo verticale celato un po’ nel ’78 e poi diventato manifesto nei due anni a seguire. Alcuni lo addebitarono all’uso eccessivo di lunghi rapporti, altri al cortisone e a qualche sostanza proibita, lui riferì di non essersi più ripreso dalla caduta al Mugello del Giro ’77. Nell’80 venne in Italia, alla San Giacomo-Benotto, ma fu un altro flop. Tutti pensavano che Maertens fosse finito e invece… Nell’inverno dell’81 il suo antico d.s., Guillaume Driessens (già tecnico di Eddy Merckx), lo volle ancora con sé alla Boule d’Or-Colnago e con allenamenti massacranti lo riportò in auge. Inizialmente, i risultati stentarono ad arrivare, poi al Tour (per il quale i suoi stessi dirigenti non volevano convocarlo) si rivede il Maertens dei tempi d’oro: il suo spunto veloce ritorna irresistibile e domina 5 tappe (con la terza maglia Verde in tre Tour disputati). Maertens è tornato! Ma pochi, a dire il vero, credono in lui per la sfida iridata. E fanno male…

La “malvolata” di Saronni, la volata perfetta di Maertens – Ritornando alla volata mondiale, Saronni parte a razzo, con tutti gli altri indietro come una muta di cani rabbiosi. Maertens è a ruota, esce in maniera perfetta dalla scia dell’azzurro e con un ultimo irresistibile colpo di reni è primo sulla linea del traguardo! Maertens campione del mondo! Saronni secondo e Hinault terzo in rimonta a completare un podio tra i più luminosi di sempre. Per il belga è il secondo titolo, sempre a spese degli azzurri, dopo l’acuto del ’76 (a spese di Moser); in carriera anche un argento, a Barcellona nel ’73, superato da Gimondi e davanti a Merckx. La rinascita di Freddy il biondo è completata, salvo poi ritornare nell’anonimato dall’anno successivo. Saronni si rifarà l’anno seguente a Goodwood, ma il fatto di sprintare con le mani alte sul manubrio fu senza dubbio una scelta poco felice, anche se, va detto, Maertens (nonostante diversi connazionali) fece la volata da solo e rimane a tutt’oggi uno dei più grandi velocisti di tutti i tempi (oltre che uno dei talenti più cristallini della storia).

Di Ettore Ferrari

Sono nato a Catania il 14 aprile 1971. In redazione dicono sempre che sono troppo preciso, da qui il nomignolo "nessun capello fuori posto". Sono la "Memoria storica" del ciclismo.